Natante dotato
di particolari superfici portanti immerse, dette ali, che gli consentono, a una
determinata velocità, di navigare sul pelo dell'acqualiscafo Ideato fra il 1904
e il 1905 dall'italiano E. Forlanini, fu realizzato per la prima volta
dall'americano G. Bell nel 1951 e utilizzato praticamente dal 1952 per la
navigazione in acque interne. Oggi viene largamente impiegato anche in acque
aperte per il trasporto passeggeri e per usi militari. Lo scafo degli aliscafo
ha una struttura cellulare sulla cui parte inferiore sono
opportunamente
sistemate le superfici portanti, che hanno
un profilo alare analogo a quello adottato
per gli aeroplani. Quando il sistema
propulsivo fa raggiungere al natante una
velocità tale che la forza di sostentamento
è sufficiente (assetto di portanza
idrodinamica) l'aliscafo emerge e prosegue
la navigazione sostenuto solo
dalle ali.
Rispetto a scafi analoghi che navigano immersi
(dislocanti), questo gli dà il vantaggio di
una maggiore velocità a parità di potenza
impegnata, essendo minore la resistenza
offerta dall'acqualiscafo Quando è fermo o
procede a bassa velocità, l'aliscafo si
comporta come un natante dislocante;
all'aumentare della velocità di avanzamento,
su parte dello scafo e sulle ali si sviluppa
l'azione della spinta idrodinamica la cui
componente verticale dipende dall'immersione
media, dalla conformazione e dall'angolo
d'incidenza delle ali. Quando la forza di
sostentamento dinamico uguaglia il peso del
natante questo resta
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sollevato e
restano immerse nell'acqua le sole appendici
della carena: timone, elica e, tutte o in
parte, le ali. L'architettura di un aliscafo
deve pertanto rispondere a criteri sia di
aerodinamica, per offrire la minor resistenza
possibile all'aria, sia di idrodinamica, per
il suo comportamento quando è immerso o
scivola sul pelo dell'acqualiscafo La tecnica
costruttiva e la disposizione delle ali
assumono, quindi, notevole importanza; esse
variano a seconda dei progetti esecutivi ma si
possono raggruppare secondo tre criteri. La
prima soluzione adottata prevede due ali
fisse, a forma di V rispetto al piano
trasversale dello scafo, che restano più o
meno immerse durante la navigazione (ali
secanti); sono disposte una nella zona
prodiera e l'altra nella zona poppiera dello
scafo e hanno una lunghezza tale da sporgere
in parte dall'acqua quando l'imbarcazione
procede alla prevista velocità d'esercizio.
Nella seconda soluzione, le ali sono sempre
fisse ma una (quella prodiera) ha forma di V
ed è parzialmente immersa, mentre quella
poppiera, rettilinea (a "persiana"), lo è
completamente. Nella terza soluzione entrambe
le ali, di solito conformate a persiana, sono
più o meno immerse ma possono assumere una
incidenza variabile. Quest'ultima soluzione
viene adottata soprattutto per le versioni
militari degli aliscafo : la stabilità del
natante è ottenuta con un complesso sistema di
controllo che, in base ai dati rilevati da
appositi sensori, regola l'incidenza delle ali
in modo che quando l'aliscafo viene
allontanato dalla posizione di equilibrio da
una causa esterna possa ritornarvi senza
compromettere l'assetto di navigazione. Gli
aliscafo realizzati dai Sovietici utilizzano
ali fisse arcuate come le fiancate dello scafo
e poco immerse, il che permette di sfruttare
un particolare effetto: la vicinanza della
superficie liquida, infatti, fa sì che la
forza di sostentamento tenda a diminuire
quando l'immersione media dell'ala diminuisce
e ad aumentare quando l'immersione media
aumentaliscafo Ciò consente di ottenere una
sufficiente stabilità in ogni condizione di
mare, mentre, a parità di condizioni, il
sollevamento dell'aliscafo riduce di molto la
resistenza residua e quella di attrito, si ha
così il vantaggio di poter costruire natanti
di notevole stazza, in grado di superare i 50
nodi all'ora e sufficientemente stabili per un
efficace uso di missili nei mezzi militari e
per una navigazione sicura anche in acque
agitate. Questo criterio è seguito anche dai
costruttori italiani in quanto permette un
regolare collegamento con le isole anche
durante la brutta stagione; dai prototipi
civili sono stati derivati natanti per usi
militari molto efficienti, come l' M 600
dotato anche di una piattaforma d'appontaggio
per elicotteri. Gli aliscafo militari sono
usati quali mezzi di assalto, per la
sorveglianza costiera e per la+ di missili, di
cannoni e mitragliere. Negli aliscafo con ali
secanti la conformazione e la disposizione
delle ali sono sufficienti ad assicurare la
stabilità longitudinale e trasversale, mentre
negli altri due tipi è necessario predisporre
idonei sistemi di stabilizzazione. Le ali
completamente immerse presentano il vantaggio
di attenuare gli effetti del moto ondoso sul
natante, consentendo una navigazione a
discreta velocità anche in acque molto
agitate. Al contrario, negli aliscafo con ali
secanti il rollio, il sussulto e il beccheggio
provocati dalle onde possono raggiungere
valori inaccettabili anche quando le acque
sono moderatamente agitate. Per l'apparato
propulsore viene fatto largo uso dei motori
Diesel, che consentono velocità intorno ai 40
nodi all'ora; negli aliscafo di piccola stazza
sono anche utilizzati sistemi di propulsione a
idrogetto alimentati da turbine a gas; la
turbina a gas azionante l'elica è impiegata
soprattutto per i mezzi di uso militare. Gli
aliscafo presentano ancora problemi non
completamente risolti tra i quali la notevole
cavitazione che si sviluppa sulle ali (con
conseguente corrosione delle stesse) e le
complicazioni che comporta un'efficiente
stabilizzazione per i tipi con le ali immerse.
Una soluzione a questi problemi si è ottenuta
con l'adozione di eliche supercavitanti e con
diverse disposizioni degli apparati di
propulsione e stabilizzazione. L'uso di
materiali speciali, di derivazione
aeronautica, per la costruzione delle ali o
per la loro protezione ha ulteriormente
limitato gli effetti della cavitazione, mentre
l'adozione di sistemi automatici di
stabilizzazione consente una navigazione
sicura anche in presenza di forte moto ondoso,
ma non ancora quella in acque tempestose.
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