Gli alberi per la velatura sono costituiti da
una lunga trave rastremata verso l'alto, di sezione per lo più circolare;
vengono realizzati il più delle volte in legno ma si usano alberi di lamiera di
acciaio, curvata e saldata, e di leghe leggere, questi ultimi ottenuti spesso
per estrusione. I legnami più usati sono il pino, l'abete, il pitch pine, scelti
e
lavorati con cura in modo da ottenere alberi
con caratteristiche il più possibile uniformi. Quando non si può realizzare un
albero di un sol pezzo, si provvede all'assemblaggio di un'anima centrale con
diametro di circa la metà dell'albero finito e di sezione per lo più esagonale,
con tronchi sagomati disposti in modo da ottenere forma e diametro finali. I
collegamenti fra le parti sono realizzati mediante colle, spine e giunti. Se si
vogliono ottenere alberi leggeri si uniscono parti esternamente sagomate in modo
da ottenere la forma finale e internamente cave: di solito le due zone esterne
dell'albero sono lasciate piene.
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In genere
mentre gli alberi delle imbarcazioni e delle
piccole navi comprendono un tronco unico,
quelli delle navi maggiori sono formati da due
o più tronchi: quello incastrato nel ponte
prende il nome di tronco o albero maggiore,
l'immediatamente superiore è detto albero di
gabbia, quello estremo alberetto. Nei piccoli
velieri può mancare l'albero di gabbia.
L'estremità inferiore degli alberi viene
chiamata maschio o miccia ed è alloggiata
entro un'apertura (scassa) ricavata nella
struttura dello scafo. L'estremità superiore
(come ogni estremità dei tronchi, nel caso di
alberi a due o tre parti) è detta colombiere,
mentre l'estremità inferiore di ciascuno dei
tronchi sovrapposti è chiamata rabazza. Il
collegamento tra le parti viene effettuato
tramite le coffe, le crocette e le teste di
moro. La parte del ponte, opportunamente
rinforzata e forata, attraverso cui passa
l'albero è detta mastra.
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Ciascun
albero è assicurato allo scafo con un adeguato
numero di cavi di ritenuta, facenti parte
delle manovre fisse (stralli o stragli,
sartie, paterazzi). Gli alberi assumono
denominazione diversa a seconda del tipo di
nave e della loro posizione (albero di
maestra, trinchetto, mezzana); quelli che
reggono solo vele auriche sono detti alberi a
palo; quelli che reggono vele latine su
piccole navi e su imbarcazioni sono detti
alberi a calcese. In questi ultimi,
l'estremità superiore, chiamata appunto
calcese, ha sezione quadra ed è munita di un
vano trasversale, detto cavatoia; in questa è
alloggiata la puleggia per cui passa la drizza
della vela. §Particolari tipi di alberi che
non portano vele sono quelli che reggono le
antenne delle apparecchiature necessarie alla
navigazione e alle comunicazioni (radar,
radiotelegrafo, radiotelefono), le luci di
posizione e di navigazione, le segnalazioni
mediante bandiere e gli alberi per la manovra
del carico, più noti col nome di picchi di
carico. Nelle navi da guerra si adottano per
usi molteplici particolari tipi di alberi a
traliccio, che se hanno tre aste sono detti a
tripode.
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